L’arma del “Bella ciao” puntata contro la libertà
Giuliano Zulin · 18 Giugno 2024
In questa puntata Giuliano Zulin “raccomanda” di insospettirsi quando parte un “Bella ciao”: ogni volta che una cosa non va bene al Pd, cantano Bella Ciao. La riforma della giustizia non va bene, e giù Bella Ciao. Berlusconi che voleva riformare la giustizia, i Girotondi gli cantavano Bella ciao. Oggi tocca alla riforma del premierato, e di nuovo Bella ciao. Bella ciao è diventata la canzone di protesta contro qualsiasi riforma politica. Salvo poi sostenere che servono più diritti.
Ma è il centrodestra a volere più diritti: fra questi c’è l’autonomia differenziata. Che oggi è pure lei bersaglio di Bella ciao; ma chi la canta forse non sa che dieci anni fa lo stesso Pd aveva depositato proposte di riforma delle Regioni, dicendo che era necessario anche rivedere i vari poteri, e fra queste riforme c’era addirittura l’inserimento di Roma Capitale come distretto a sé stante e con dei poteri simili a quelli delle Regioni. Riforme che erano ben viste, per esempio, anche da Bonaccini, il quale ha sostenuto l’autonomia differenziata.
Oggi l’autonomia è diventata la secessione dei ricchi, mentre è il contrario: è l’unica riforma che potrà creare condizioni di partenza uguali in tutto il territorio italiano, perché prevede, dopo 15 anni che se ne parla, la creazione dei LEP, cioè i livelli essenziali di prestazione, in modo che tutti possano godere di servizi di base uguali in tutto il territorio nazionale.
Così, quelli che vanno in piazza per “difendere la Costituzione” forse non sanno che in realtà la Costituzione è stata modificata in senso autonomista e federalista nel 2000 proprio dal centrosinistra, modifica confermata con un voto popolare: 10 milioni di italiani e oltre andarono alle urne per dire sì a una Costituzione autonomista e federalista: quella che abbiamo attualmente adesso. Allora, l’equazione è semplice: se amiamo la Costituzione amiamo anche l’autonomia.