L’Occidente è libertà: Assange torna a casa

· 25 Giugno 2024


“La libertà della stampa deve essere assoluta, i giornali devono essere lasciati liberi di esercitare la propria funzione investigativa e di controllo con forza, vigore e senza impedimenti”. Cari ascoltatori, queste parole di Benjamin Franklin, uno dei padri fondatori della democrazia americana, ci sembrano l’esergo migliore per la notizia di stamattina: Julian Assange è un uomo libero, è uscito dal carcere di massima sicurezza di Londra in cui si trovava, insieme a terroristi e criminali vari, e sta rientrando in Australia.

Assange ha patteggiato con il governo degli Stati Uniti che lo perseguiva da anni con accuse molto gravi: si è dichiarato colpevole di uno dei 18 capi d’accusa che il governo federale gli contestava, legato alla rivelazione di documenti governativi riservati: la pena prevista era di 62 mesi di carcere, che lui ha già scontato, per cui si tratta di un “saldo e stralcio”. La liberazione di Assange è una buona notizia per tutti gli uomini liberi e liberali che credono nel modello di società che le parole di Benjamin Franklin hanno tratteggiato in modo insuperabile; e questo a prescindere da che cosa si pensa di Assange e del suo lavoro. Le accuse a suo carico riguardavano la sicurezza della più grande democrazia del mondo, di uomini in teatri di crisi molto difficili.

D’altronde, si può dire che Julian Assange nel suo lavoro sia stato quantomeno strabico: ha dedicato la vita a cercare le magagne, gli errori e gli orrori, e perfino i potenziali crimini delle democrazie. Che ci sono, ovviamente. Però non ha speso cinque minuti a raccontare che cosa fanno le autocrazie, i dittatori, le teocrazie, tutto quel mondo che non è il mondo libero occidentale, che non è il suo mondo di appartenenza: per questo non può essere sovrapposto al mito dell’ “eroe romantico”. Ma di questo non ci importa, Assange aveva il diritto di essere strabico e di fare il suo lavoro come ha ritenuto, di utilizzare il materiale che gli passavano le sue fonti, fossero anche i massimi livelli degli apparati militari e dei servizi occidentali americani. Perché il nostro modello di civiltà è quello di cui parla Benjamin Franklin, se no saremmo come la Russia, come la Cina, come l’Iran. Invece che Assange sia libero è una straordinaria notizia, anche se ciò è avvenuto anche per un motivo prosaico, cioè che Joe Biden deve strizzare l’occhio a una certa base progressista: il movimento a favore di Assange in America era trasversale, partiva dalla sinistra del Partito Democratico, la base di attivisti progressisti, quella in zona Bernie Sanders, e arrivava a tutta l’ala libertaria dei repubblicani, quella legata ai valori di cui parlava Benjamin Franklin.

Anche Assange, patteggiando, è stato assai più realista che romantico, ma anche in questo si è palesata la superiorità della civiltà anglo-sassone e occidentale in generale, perché ha potuto contrastare la richiesta di estradizione americana con gli strumenti e le garanzie che il diritto britannico gli metteva a disposizione: tant’è che ha vinto, non è stato estradato e presto sarà in una spiaggia australiana con la moglie e i figli, diversamente da Aleksei Navalny, chiuso in un gulag artico e poi ammazzato dagli sgherri di un regime. Per tutti gli uomini liberi in un mondo libero questa è davvero un’ottima notizia.


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