Dal falso fascismo al covid: Burroughs spiega il potere
Alessandro Gnocchi · 5 Luglio 2024
Oggi su “Alta tiratura” Alessandro Gnocchi, parla del meccanismo per cui il Premio Strega è stato in pratica vinto dall’unica candidata reale; poi del libro di Giovanni Comisso “Giorni di guerra” (La nave di Teseo, 240 pagine, 20 euro) sulla Prima guerra mondiale cui lo scrittore partecipò; ma soprattutto si sofferma su alcuni aspetti di un libro di William Burroughs da poco in libreria, “La calcolatrice meccanica” (Adelphi, 305 pagine, 24 euro).
In particolare, Gnocchi trova interessante come è trattato il tema del controllo. Secondo Burroughs la parola è un virus, è un virus che si trasmette di persona in persona e diventa un virus ancora più efficace quando viene legato all’immagine: ma queste cose Burroughs le ha scritte ben prima che esistesse internet, il concetto di viralità non era comune, un’intuizione notevole. La parola è uno strumento di controllo perché è nelle mani dei mass media che sono degli organi addetti alla propaganda. Il potere è una strana bestia perché noi non riusciamo quasi mai a capire chi detiene realmente il potere, a causa del muro costituito dalla burocrazia.
Ma il fatto più sorprendente è che Burroughs ha immaginato una società in cui lo Stato, quindi il potere, può concedere o indifferentemente togliere tutto al singolo cittadino. Ad esempio lo può privare della libertà di movimento oppure gli può impedire di uscire di casa, oppure può obbligarlo ad avere un documento per potersi recare sul posto di lavoro. Queste ipotesi vengono messe in campo da Burroughs nei suoi romanzi e anche in “La calcolatrice meccanica”: il potere si serve della scusa di fare del bene e di tutelare la nostra salute per poi estendere il suo dominio e esercitarlo senza opposizione. Di queste fantasie, qualcosa nella realtà lo abbiamo sperimentato…
Burroughs insiste: il potere ci tiene impegnati con discussioni senza senso perché sono fondate su parole che non hanno più un corrispondente nella realtà. Burroughs dice che se una parola non ha corrispondenza nella realtà sarebbe meglio cancellarla dal dizionario corrente e lasciarla agli storici. Burroughs dice che il potere ci distrae facendoci dividere e discutere su concetti che non hanno più corso, infatti ci fa litigare sul fascismo: una parola vuota di senso perché non ci sono fascisti in giro e nemmeno ci sono le condizioni storiche perché si possa affermare di nuovo.
E ancora: le armi biologiche costano meno e sono più letali e redditizie di quelle nucleari, e io sogno dei potenti sarebbe avere controllo su un virus altamente selettivo, per esempio su un’etnia. Il pericolo con le armi biologiche è anche potrebbero essere a disposizione anche di un piccolo Paese, basta che abbia un biochimico intelligente. Questo ragionamento si apparenta con la fascinazione che Burroughs ebbe nei confronti dell’economista Wilfredo Pareto e il suo elitismo in politica.