Perfino Ilaria Salis è più lucida dei giornaloni
Giovanni Sallusti · 8 Luglio 2024
Cari ascoltatori, abbiamo scoperto che, su quello che è accaduto in Francia, Ilaria Salis è di gran lunga più lucida del commentatore medio, dell’analista medio, dell’editorialista medio o collettivo. Lo è perché non nasconde che in Francia ha vinto l’islamo-goscismo estremo, e lo dice in modo molto più onesto di tanti elzeviri pensosi che hanno cercato di nobilitare il fronte popolare anti-lepeniano.
La neoparlamentare comunista dice: “Quando la percezione del pericolo aumenta e la posta in gioco è chiara, quando la sinistra propone senza paura cose di sinistra, nutrendosi delle lotte sociali e culturali, quando ci si emancipa dalla subalternità all’ideologia del capitalismo neoliberista” (cioè il macronismo, che è proprio il contrario, ma non possiamo pretendere che la Salis sappia definire il liberismo), “quando l’antirazzismo diventa pratica per affermare una reale eguaglianza, quando si concentra sulle vite concrete, allora l’antifascismo può vincere”.
Ecco un’analisi concentrata in poche righe, migliore di quasi tutti gli editoriali di oggi, degli esperti da talk, degli intellò della rive gauche sulla Senna o sul Tevere. Non è un caso che l’ossessione di sbarrare la strada a Marine Le Pen abbia fatto sì che, anche simbolicamente, l’unico leader ad affacciarsi ieri a raccogliere l’applauso della folla festante fosse Jean-Luc Mélenchon. Ha vinto una sinistra anticapitalista che nel 2024 si definisce comunista, che ha un programma economico di socialismo reale puro. Pensate la gioia della Salis quando si parla di abolire la proprietà privata, così può occupare la casa di qualcuno senza doverne rendere conto.
Lo stesso vale per l’antirazzismo, che nel linguaggio della Salis significa multiculturalismo acritico, islamofilia esplicita e subalternità dichiarata del Fronte popolare alle associazioni islamiche, magari anche islamiste radicali, che hanno a loro volta invitato tutti a votare Fronte popolare. E poi c’è l’antifascismo, ancora nel 2024, e la Salis lo dichiara in modo limpido, semplice: ogni destra competitiva emula il fascismo, è un caso di fascismo ritornante.
Ovviamente tutto questo che per la Salis è una festa per noi è una tragedia, e per di più in una nazione cardine per la storia e la cultura europea, la nazione dell’Illuminismo, di Voltaire, della Repubblica, del laicismo. Oggi sulla Senna a celebrare il risultato si vedono più bandiere palestinesi che francesi, ma tanti commentatori si sono ugualmente avvitati sulla genialata di Macron, sugli equilibri da comporre, sul gattopardismo forzato e quindi sull’illusione che con la conferma dell’asse di potere uscente in realtà non è cambiato niente. Col cavolo che non è cambiato niente: ha prevalso l’islamocomunismo, lo dice proprio la Salis. E noi siamo preoccupati, preoccupatissimi, quanto lei è felice.