Dite a Trump che Letta gli ha dichiarato guerra!
Giovanni Sallusti · 19 Febbraio 2025
Cari ascoltatori, il diavolo si nasconde nei dettagli, a volte infinitesimi, tipo Enrico Letta che dichiara guerra a Donald Trump: una perfetta cartina di tornasole sulle condizioni di impazzimento della contemporaneità. Enrico Letta è quell’ex premier italiano che venne rottamato da Matteo Renzi e dal suo stesso partito; che venne richiamato dal Pd in crisi di identità totale come pseudo-leader per affrontare la contesa elettorale con il centrodestra, dal quale venne letteralmente travolto senza neppure giocarsela davvero; che venne allora rispedito là dove sta bene, cioè tra le istituzioni europee, dove per avere un ruolo apicale basta stare in una pseudo-élite in rovina. È tornato infatti a fare il presidente dell’Istituto Jacques Delors (quel padre fondatore dell’eurocrazia cui Margaret Thatcher urlò in faccia tre no contro il processo forzato di unificazione europea).
Ecco, ora succede che Letta, insieme con altri eredi dell’eurocrazia come l’ex direttore generale dell’Organizzazione mondiale del commercio Pascal Lamy e l’ex vicepresidente della Commissione europea Etienne Davignon, ha diffuso una nota surreale ma anche indicativa: “Se una reazione immediata dell’Europa poteva sembrare prematura finché c’era ancora la speranza di salvare una relazione transatlantica che è essenziale nella nostra storia e nella nostra memoria, ora dobbiamo affrontare questa dura realtà: Trump deve essere fermato”.
Questi signori considerano insomma che non ci sia c’è più speranza di salvare una relazione transatlantica, cioè quel filo fra le due sponde dell’Atlantico che finora ha tenuto insieme l’Occidente e che si chiama libertà, a partire dalla sconfitta del nazifascismo che dalle nostre parti è stata opera degli angloamericani, e non dell’Armata rossa, altrimenti saremmo passati all’incubo opposto. E questo stesso incubo opposto, il comunismo sovietico, è stato contrastato e infine sconfitto grazie a alla relazione transatlantica e all’esposizione americana, anche militare, in vari teatri.
Enrico Letta è pronto a rinunciare a tutto questo, proprio mentre siamo di fronte a enormi sfide, in primis la minaccia del dragone comunista cinese che incombe sul mondo libero. Ma a lui non importa: per lui, dal momento che ha vinto uno sgradito ai pensatori dell’Istituto Jacques Delors, allora il legame transatlantico non c’è più e Trump deve essere fermato. Non Xi, o Khamenei e gli ayatollah con la loro teocrazia, non Kim Jong-un. Ora, a parte che scrivono come se fossero loro a poter fermare Trump e già questo è surreale, se pensiamo ai rispettivi conglomerati tecnologici, industriali, militari che stanno dietro i due ipotetici contendenti. E la follia è che per costoro la contesa è tutta interna all’Occidente, perché il nemico sono gli Stati Uniti.
Il fatto è che questi qua, all’interno delle istituzioni europee che hanno disegnato a loro immagine e somiglianza, danno ancora le carte, per cui si può arrivare alla bestemmia suprema da parte di un un ex presidente del Consiglio italiano per cui bisogna “fermare” il presidente degli Stati Uniti. Sono pazzi e possono mettere seriamente a rischio la principale garanzia della nostra libertà, che resta tale chiunque ci sia alla Casa Bianca. Noi siamo sempre stati critici con la presidenza Biden uscente, ma nessuno nel centrodestra si è mai sognato di dire che Biden deve essere fermato o che il legame con gli Stati Uniti va tagliato, perché è comunque l’asse strategico di una politica minimamente lucida, italiana ed europea, occidentale.
Invece questi signori danno lezioni di atlantismo quando al potere sono i dem, e allora il verbo di Washington è sacro; ma se vincono i repubblicani e arriva Trump, anche se la sua politica può portare alla pace in Europa e a una soluzione in Medio Oriente, Trump deve essere fermato. Enrico Letta è il loro degno rappresentante, sono matti.